Per il secondo appuntamento della nostra rubrica dedicata al territorio dei Castelli Romani ci spostiamo nella zona di Nemi, per raccontarvi di un posto davvero interessante, sia per gli amanti della storia locale che della navigazione.
A pochissimi km dal nostro showroom e lungo le rive del Lago di Nemi c’è il Museo delle navi romane di Nemi costruito negli anni ’30 per ospitare gli scavi di due grandi navi attribuite all’imperatore Caligola.
Il recupero dei relitti dal fondale del lago di Nemi fu un’impressionante opera di archeoingegneria che richiese l’abbassamento del livello del lago.
A seguito di un incendio negli anni ’40 il Museo e il suo patrimonio vennero distrutti.
Oggi, a seguito degli interventi di ripristino e valorizzazione che si son succeduti nel tempo, il sito offre al pubblico due interessantissime sezioni: una dedicata alla riproduzione delle due navi, l’altra alla protostoria locale e dell’area albana. Un percorso davvero suggestivo e affascinante!
Un po’ di storia: Nemi e le navi di Caligola
Il lago di Nemi, di origine vulcanica, era una zona in epoca romana consacrata a Diana e qui sorgeva il Tempio di Diana Aricina: centro religioso e politico molto frequentato.
La missione di recupero delle navi di Nemi fu richiesta direttamente da Mussolini il 9 aprile del 1927, e condotta dall’ingegnere milanese Guido Ucelli, da subito solleticato dalla grandezza dell’impresa.
Di seguito una testimonianza raccolta negli atti della conferenza tenuta da Ucelli a Firenze nel 1932:
”Le centrifughe, adescate, si mettono in moto aspirando l’acqua del lago con quattro grandi tubazioni; i fiotti scroscianti rovesciati nella camera di scarico si riuniscono tumultuosi in un filone che imbocca l’emissario: il grande sogno secolare si avvera”… “Soldati del genio, manovali, muratori, meccanici, elettricisti, tutti lavorano a gara.!”
Dai precedenti interventi di recupero che si sono susseguiti nel corso dei secoli – il primo diretto nel lontano 1446 da Leon Battista Alberti – emergono relitti sparsi che non consentono la ricostruzione di un quadro d’insieme: marmi, smalti, mosaici, chiodi, frammenti di colonne verranno utilizzati per la creazione di souvenir.
Nel 1929 il livello delle acque viene abbassato di ben 27 metri portando alla luce i resti della prima nave. Qualche mese dopo, a inizio dell’anno successivo, affiorerà anche la seconda.
E la terza nave di Caligola? Una barchetta da pesca
Circa due anni fa è stata condotta una nuova missione di ricerca, convinti della possibilià di recupero di una terza nave. Ma ad emergere è stata una barchetta da pesca risalente alla prima metà del ‘900.
Tutt’ora esercitano un certo fascino le ipotesi avanzate dall’architetto di Genzano, Giuliano Di Benedetti, secondo il quale esisterebbero prove storiche della costruzione da parte di Caligola di tre navi imperiali sul lago di Nemi.
Chissà se il tempo gli darà ragione.